Una falesia (Campione) e un arrampicatore (Luca Auguadri) – parte 1

Una falesia (Campione) e un arrampicatore (Luca Auguadri) – parte 1

Un’estate molto piovosa lascia spazio ad un autunno che tutti ci auguriamo sia ben più generoso per quanto riguarda il sole. Per questa seconda intervista cogliamo l’occasione per presentare Campione d’Italia (topo: Campione): ottima falesia per svernare e trovare buone condizioni anche nelle fredde giornate invernali. Come sempre, oltre a presentare la falesia, sfruttiamo questa intervista anche per conoscere un poco meglio il nostro interlocutore (Luca Auguadri).

Cominciamo dalla falesia: come è iniziato lo sviluppo di Campione?

Settembre 2006, inizio anno scolastico, piuttosto che recarmi sui banchi di scuola decido di andare a visionare da vicino questa evidente parete sopra l’agglomerato di Campione! Purtroppo, nonostante la presenza di alcuni vecchi chiodi, la parete mi sembrava troppo difficile da scalare: strapiombante, liscia e imponente. Anche durante una seconda ispezione inverale, con la corda dall’alto, le impressioni non sono migliori: dopo un paio di metri di calata l’esposizione e la corda che gratta sul bordo della parete mi fanno troppa paura e risalgo la corda con i jumar.
Ritorno solamente nel 2009, in quel periodo sto cercando una carica per bilanciare le molte ore passate in biblioteca a studiare (esami del primo anno universitario), così decido di occuparmi seriamente all’esplorazione della falesia. Calandomi dall’alto apro proprio in centro alla parete la prima via: “I colori dell’anima” (liberata con difficoltà sull’8b da Nicola Vonarburg). Da quel momento con grande entusiasmo ho investito molto tempo ad attrezzare le vie e per alcuni mesi le mie giornate cominciavano sui libri per terminare in parete alla luce della pila frontale: un binomio perfetto! Certo era sorprendente che nessuno avesse mai intuito le potenzialità di questa falesia.

Hai aperto da solo tutti i tiri?

Per la maggior parte ho lavorato da solo, fissando una corda dall’alto e provando le vie in auto sicura prima di sistemare i chiodi in modo definitivo. Certo l’entusiasmo di Markus Stein e Pesche Wütrich (sono sue le due vie sulla prua strapiombante) è stato di grande aiuto. È anche con loro che già nell’agosto 2009 abbiamo cominciato a provare le vie, seppur con scarsissimi risultati: la canicola estiva non aiutava di certo a tenere le piccole tacche. Solamente in autunno-inverno abbiamo poi capito quanto poteva davvero offrire Campione: le linee cominciavano a lasciarsi addomesticare e risultavano assolutamente fantastiche.

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Parlaci allora dello stile della falesia: cosa si trova a Campione?

Si tratta di un muro compatto e ripido con passaggi intensi e di difficile lettura spesso seguiti da sezioni tecniche di resistenza. L’importante è non lasciarsi scoraggiare dall’inizio molto ripido della maggior parte delle vie. Per assaporare al massimo le sue potenzialità è necessario arrivare un po’ in forma: i tiri oltre al grado 7c sono davvero imperdibili ma richiedono senza dubbio una certa tenacia. D’altro canto Campione offre delle condizioni invernali ottimali: spesso in dicembre-gennaio si arrampica in maglietta e la vista lago completa questo ambiente da “vacanza al mare”.

Quali sono i tiri da non perdere?

Sicuramente la trilogia dei 7c: “Scoiattoli artrotico”, “Nautilus” e “Skorpion bay” (è ancora aperta la sfida di salirli tutti e tre in giornata). Un poco più semplice (7a+) ma molto bella è “Quarta dimensione” mentre tra le vie dure “Lo psicolabile” (8a+) è sicuramente il tiro più popolare. “Black Edge” (7a+), per la sua natura strapiombante con roccia alpinistica (… :D), e “Sinterweg” (7b), per le sue canne, sono tiri da non perdere perché molto diversi dal classico stile ticinese.
Nonostante le visite di forti arrampicatori (Nick Vonarburg, Cédric Lachat, Nico Favresse, Gabriele Moroni e altri) ci sono ancora alcuni progetti che resistono alla RP, quindi il terreno di gioco è lontano dall’essere esaurito.

Dietro all’apertura di una falesia c’è molto lavoro e spesso anche molti aneddoti divertenti e singolari, raccontaci qualcosa in questo senso.

La cosa più singolare è forse lo stato in cui si trovava la parte destra della falesia. Per anni quel dirupo è stato usato quale discarica abusiva e la base della parete era irraggiungibile data l’enorme mole di rifiuti di ogni tipo che si trovavano lì (dopo la “pulizia” abbiamo scoperto che la roccia iniziava 3 metri sotto il livello dei rifiuti). Per poter rendere accessibile anche quelle vie (“Sinterweg” e altre) con Pesche abbiamo portato in paese almeno 40 sacchi pieni di vetro, plastica e altro anche se purtroppo molti sono ancora depositati poco lontano dalla falesia.

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I lavori a Campione però non sono ancora finiti, hai ancora trovato spazio per divertirti…

Esatto: sotto al settore principale avevo sempre notato una seconda parete promettente (con tra l’altro già una vecchia via). Negli anni ho cominciato a esplorarne le potenzialità aprendo con calma qualche via. È stato però durante lo scorso inverno (2013-14) che ho attrezzato sistematicamente il nuovo settore (Sottacqua) che ora conta una ventina di vie. A differenza del settore superiore qui le vie sono meno strapiombanti e meno dure ma in generale rimangono molto tecniche. Da non perdere sicuramente “Space Cake” (7b+), “Skyline” (7b), “Diedrolux” (7b) e “Champion’s Arete” (7b) ma molte altre vie fino al 7a meritano una visita.

L’offerta di Campione non si ferma però qui.

In effetti durante l’estate avvicinandosi dal basso con un gommone è possibile sfruttare la profondità del fondale e scalare in Deep Water Soloing la parete a picco sul lago, vale a dire arrampicare senza corda ma con eventuale caduta (senza conseguenze) nel lago. Sulla stessa parete ho attrezzato pure una via a più tiri (“Prigionieri del paradiso”): mi sono calato in inverno con la paura di non riuscire a ritornare verso l’alto… un ritorno a nuoto con gli scarponi non era molto allettante!!! Un’esperienza che ricordo volentieri è stata la ripetizione di questa via con David Bacci in notturna: dopo una giornata molto calda la parete emanava ancora calore nonostante l’aria che era già diventata decisamente più fresca.

 

C’è ancora molto da scoprire su Luca Auguadri ma la mole di informazioni è già tanta… quindi per il prosequio dell’intervista dovrete attendere ancora un poco!!! 😀

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Sono Züghi e sono un'aquila di Sotaregn...