Con l’arrivo della canicola urge una soluzione: fuggire in quota alla ricerca di temperature più fresche!!!
Pianifichiamo la nostra fuga sul massiccio del Monte Bianco abbinandola ad una qualche bella salita di “livello”. Dopo varie ricerche e consultazioni la nostra scelta casca sulla traversata classica dei Drus, anche perché essendo una via prevalentemente su roccia le temperature non dovrebbero condizionarne molto le condizioni.
Sabato mattina partiamo verso Chamonix, prendiamo il trenino, e con lo zaino sulle spalle ci avviamo verso il rifugio Charpoua. Ben presto ci rendiamo conto che anche in alto le temperature sono ben altro che fresche; anche qui si muore di caldo e i pochi corsi di acqua che incontriamo li prendiamo d’assalto per dare sollievo alle nostre lingue “felpate”!
Finalmente al rifugio veniamo accolti da una bella e giovane ragazza (nuova custode); a differenza dello scorso anno, in occasione della salita alla Verte, quando ad attenderci c’era un tipo assai bizzarro.
Il giorno seguente ci svegliamo alle 3 e dopo una rapida colazione ci avviamo a passo spedito verso la nostra metà. Attraversiamo il ghiacciaio e risaliamo fino alla sella sotto l’imponente parete sud-ovest del Dru abbastanza velocemente (II, alcuni passaggi di III). Da qui ci accorgiamo ben presto che le difficoltà (come del resto descritto nella relazione) non sono molto sul grado da scalare, ma nell’orientarsi in quel mare di roccia e la ricerca dei punti “deboli” di salita.
Malgrado ciò ci difendiamo piuttosto bene e, magari anche grazie a un po’ di fortuna, saliamo abbastanza spediti e alle 08.30 siamo in cima al Petit Drus. Siamo molto soddisfatti dalla rapidità di salita, ma questo non è un buon motivo per calare il ritmo; infatti anche se la parte che poteva dare più problemi è terminata, ci troviamo solo a metà strada e davanti a noi ci attendono ancora la traversata al Grand Dru e la discesa.
Percorsa la breve ma delicata cresta che divide le 2 cime, saliamo abbastanza rapidamente i tiri (chiave) che portano al Grand Dru, chiamati la “zeta”. Un piccolo momento per congratularci a vicenda, e poi via sulla cresta che porta alle calate di discesa. Dopo una dozzina di doppie, senza fortunatamente nessun intoppo / incastro di corda, ci ritroviamo di nuovo sul ghiacciaio Charpoua e in una mezz’oretta ci ritroviamo al rifugio.
Conclusione: Traversata dei Drus percorsa in 10 ore! A detta delle relazioni e dalla custode davvero un buon tempo!
Bisogna dire che assieme a noi c’era anche un’altra cordata composta da 2 giovani e durante la salita al Petit Dru abbiamo unito le forze nella ricerca della via di salita. Complessivamente un gran bel giro in un ambiente davvero suggestivo con vista mozzafiato sul massiccio del Mt. Bianco, comunque da non sotto valutare.
PS.: ottima accoglienza al rifugio Charpoua
Crea stupore sapere che queste due cime sono state salite nel 1878 / 1879!
Alcune immagini della salita:
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